

In occasione del caminetto del 26 Maggio 2015, la socia Micaela Papi racconta la propria esperienza della visita all’EXPO 2015…
La visita all’Expo è un’esperienza unica e probabilmente irripetibile. La possibilità di immergersi in un ambiente così vasto che abbraccia culture diverse e variegate costituisce un arricchimento personale che capita raramente nella vita di ognuno di noi.
Occorre tuttavia recarsi all’Expo con una preparazione che consenta una visita organizzata ed un approccio anche “filosofico” all’evento. Il tema “nutrire il pianeta-energia per la vita” necessita infatti di alcuni spunti di riflessione. Il cibo è qui inteso come risorsa indispensabile per l’esistenza del pianeta, ma è importante conoscere le differenze tra i vari paesi, tra chi ne ha troppo e che non ne ha affatto, tra paesi e culture per i quali è prezioso anche solo un chicco di riso e paesi dove lo spreco di cibo e risorse determina una linea di demarcazione che con l’occasione dell’Expo può essere chiara a tutti.
Lo spazio espositivo milanese mette in risalto non solo le grandi differenze tra paesi e nazioni povere (basti pensare ai “cluster”, ambienti che uniscono paesi che altrimenti non avrebbero potuto affrontare le spese di allestimento per un’area propria), ma riesce a dare risalto e voce proprio a chi altrimenti non ne ha.
La visita ha inizio recandosi al “padiglione zero” che propone un racconto che parte dalla memoria dell’umanità, passa attraverso i suoi simboli e le sue mitologie, percorre le varie fasi dell’evoluzione del suo rapporto con la Natura – dall’azione di addomesticare il mondo animale e vegetale all’invenzione degli strumenti della lavorazione e della conservazione – e arriva fino alle forti contraddizioni dell’alimentazione contemporanea. Un percorso emozionale che da racconto universale si fa storia individuale. Racconta la “memoria alimentare” dell’uomo ovvero la sua storia sulla terra narrata attraverso il suo rapporto con la natura e con il cibo, a partire dal Teatro della memoria : un’enorme biblioteca di cassetti in cui ogni spazio corrisponde ad un alimento, un animale, una pratica alimentare…
Percorrendo il decumano, il grande viale coperto lungo 1500 mt, si incontra, all’incrocio con il cardo, la Piazza Italia, da cui si accede al Palazzo Italia, esempio di architettura contemporanea che fornisce al suo interno temi e spunti di riflessione di tutto ciò che il nostro paese rappresenta con la sua storia, le sue bellezze (e le sue bruttezze) naturali e costruite dall’uomo.
Alle spalle si trova il grande spazio aperto dove svetta l’albero della vita, il vero simbolo della manifestazione, che con ogni probabilità verrà spostato alla fine dell’evento per essere ricollocato in una piazza cittadina (Piazzale Loreto a Milano, tristemente noto per le vicende storiche del novecento sanguinoso). L’albero della vita deve essere apprezzato in una visione notturna, che offre giochi di luce ed acqua di rara bellezza.
Si può decidere di visitare qualsiasi padiglione che si affaccia sul decumano e l’imbarazzo della scelta può essere ovviato preferendo paesi più sperduti o misteriosi, oppure quelli più familiari o eclatanti, o semplicemente quelli meno affollati o dove si ritiene di mangiare il cibo migliore che quasi ovunque viene proposto.
Entrare nel sito espositivo di Milano 2015 non sarà solo un’esperienza sensoriale alla scoperta delle tradizioni alimentari del mondo, ma anche un viaggio nell’architettura contemporanea fra padiglioni dal grande impatto visito. Soluzioni ingegneristiche all’avanguardia e palazzi firmati da celebri archistar come Norman Foster, Jacques Herzog, Daniel Libeskind e gli italiani Michele De Lucchi e Italo Rota.
Occorrerebbero tuttavia molti giorni per poter visitare tutto quello che è presente all’expo , compreso partecipare a convegni e spettacoli che regolarmente si svolgono. Ogni area è un’esperienza di profumi, un’esplosione di colori e suoni che accompagnano ogni percorso e danno la possibilità di visitare anche solo per pochi minuti paesi sconosciuti e remoti.
In generale è opportuno rimarcare il grande ruolo dell’ Italia in questa occasione. La paternità di un evento di tale portata comporta uno sforzo economico, gestionale, organizzativo e di forze in campo da non sottovalutare, in considerazione del grave momento storico che stiamo attraversando.
La manifestazione al momento rappresenta una vera e propria eccellenza per il nostro paese, Milano e l’Italia tutta rappresentano una vetrina planetaria in cui far conoscere capacità organizzative non comuni. L’enorme area espositiva è curata in ogni sua forma, pulitissima e ben servita, urbanisticamente ben inserita nel contesto extraurbano della metropoli milanese che in futuro si troverà dotata di uno spazio cittadino verde e prezioso. Grande attenzione è posta all’aspetto ecologico, con molti punti di raccolta rifiuti, servizi impeccabili, aree di sosta e parcheggio, nonché all’aspetto sicurezza e controllo, garantito dalla presenza sul posto di forze dell’ordine di ogni tipo.
Un plauso dunque al nostro paese che, tra mille polemiche e accuse sta portando avanti un evento di portata mondiale, auspicando un ritorno anche economico oltre che fornire spunti di riflessione e dibattito su un tema così delicato che non può lasciare indifferenti.
Micaela Papi